giovedì 11 aprile 2013

La vita di un altro

L'altro è Gigi.
O meglio, a onor del vero non si chiama Gigi.
Ma nemmeno Peppino.
Gigi è la sua trasfigurazione in entità utopica dalla mia mente creata.
E che vordì?
Vuol dire che Gigi è sì una persona a me cara, un conoscente acquisito da tempo, ormai quasi una estensione del me stesso che vorrei, ma che per motivi di privacy e di mia sanità mentale ha perso il suo vero nome ed è diventato Gigi.

Mmmmhhh.
Molte frasi.
Brevi e contorte.
Non è buona cosa.
E' sintomo evidente del mio imbarazzo e difficoltà nell'accettare e nel parlare della cosa.
Basta girarci in tondo con iperboli noiose, veniamo al punto:
Gigi è il me stesso che vorrei, una proiezione del Custode che vorrebbe e che non può, del rosicone e represso che alberga nel sottoscritto da sempre.
Niente da fare, ancora più criptico il tutto.
Forse sto sbagliando colonna sonora.

Partiamo dal principio:
c'è questo Gigi, un ragazzo magari non di bellissimo aspetto, dal carattere e conformazione tipica mediterranea, del sud, che tu lo vedi e nella tua mente non può far altro che palesarsi la parola, Figo della Madonna.
Non bello, perchè non lo è.
E' pure calvo.
E Dio solo sa quanto io odi i calvi.
Forse perchè i miei più cari amici/fratelli sono calvi.
Ma è Figo della Madonna.
Si veste da Figo della Madonna.
Ha un sorriso da Figo della Madonna.
Espressioni e saper fare da Figo della Madonna.
Ha un fisico da Figo della Madonna.
Se fosse nella terza serie del manga di JoJo, avrebbe come stand un Figo della Madonna.

E come si traduce l'essere Figo della Madonna nella vita reale?
Quello di essere un "puttaniere" -parole sue in un momento di lucidità annebbiata- che acchiappa qualsiasi cosa respiri dell'altra metà del mondo, quello femminile.
Come, come?
Tutto qui?!!?
Tutta sta menata si riduce in un mero discorso di Phiga -copyright di Judoman-?
Sì. E' così.
Lo vedo negli occhi delle donne che lo osservano quando passeggio per strada con lui: hanno occhi solo per lui, lo divorano fameliche, sperano in un incrociarsi di sguardi, in una intesa, che sempre arriva perchè Gigi, l'ho detto prima, non solo è "Puttaniere", ma -sempre suo Verbo-, ha standard di partenza molto bassi, e non si tira mai in dietro quando a parlare è la Phiga.
E' imbarazzante stare al suo fianco.
Fai colazione al bar, e tutte lo guardano ammaliate ed ammirate dal suo modo di scherzare, parlare, muoversi, fare il buffone e quant'altro.
Passeggi per strada e le vedi fare le contorsioniste del collo per girarsi a guardargli il sedere o il pacco.
Le incontri in certi posti o località, e già sai dal loro sguardo che è una di quelle già passate sotto.
A decine. Che ancora lo cercano. Implorano una uscita. Un venerdì o Sabato sera.
La più grande di tutte è stata quella -vi giuro, davanti a me- che se ne è uscita con: "Ho la patata che mi frigge in mezzo alle gambe, usciamo stasera?". Il tutto in un dialetto arcaico del posto, per me irripetibile, quindi ve l'ho scritto in italiano.
Tu, al suo fianco, sei solo un oggetto, qualcosa di inanimato, c'è, si può spostare nel caso intralci, non puzza e non sporca.
Gigi è così da sempre, o almeno, da quanto io ricordi.
Storie su storie di conquiste di ogni tipo, licelai, universitarie, sul posto di lavoro, storie di sesso di ogni tipo, con ragazzine, donne mature, belle, meno belle, bellissime e cessi, ma intriganti.
Smartphone che non smette mai di trillare il lamento disperato di Whatsapp, decine e decine di foto -lo giuro- di ex ragazze o conquiste da una serata, qualche filmino che non può farmi vedere per pudore -pudore, chi, lui? Sì, così dice-.
Storie di donne portate quasi all'altare dopo anni, storie di case acquistate in comune per vivere assieme a queste, presentate ai genitori e a tutti come la ragazza giusta, questa volta, mentre nel frattempo continua a spargere seme ovunque e a rimpinguare le casse dei ditributori automatici di preservativi.
Ed io lì.
Muto.
Greve in volto.
Ma non per lo sdegno, giammai!
Per la rosicata fitta e acuta che mi sale da dentro e mi divora la pancia, lo stomaco, il cuore e l'anima.

Io
Vorre
Essere
Gigi
Avere la vita perversa e orgiastica di Gigi.
Sbattendomene se la persona che Amo soffre, non perchè sono un mostro, ma perchè necessito di questo.
Da sempre.
E non potrei comunque fare a meno della persona che Amo.
Assurdo.
Ma Gigi ci riesce.
Ci è sempre riuscito.

Ma Gigi da qualche tempo è cambiato.
Ha trovato ad attenderlo una Gigia, una persona che mentiva tanto quanto e meglio di lui.
Una persona che è riuscita a fare a Gigi tutto quello che Gigi faceva alle altre, a farlo Innamorare veramente, nascondendo tutto il resto. E Gigi è caduto nel baratro.
Per un pò.
Ora Gigi è un pò meno Gigi.
Sapete perchè?

"-Ciao Gigi, allora come vanno le conquiste?
-Mah, Custode, son cambiato molto in questo periodo, ho cercato di capire il me stesso di prima, dove sbagliavo, il perchè mi buttavo sempre a testa bassa in queste storie assurde che finivano sempre allo stesso modo. Quel tempo è finito. Non ti rendi conto delle cose finchè non ti fermi a guardare indietro.
Guarda, questa è Gigetta *apre una pagina Facebook sullo smartphone*: era una mia compagna ai tempi del liceo che mi correva dietro, ma allora a me non piaceva.
*mi si para innanzi la foto di quella che credo esser una fotomodella, in piscina, mora con gli occhi di un verde da Photoshop*. Dice che mi ha trovato su Facebook e mi ha contattato. Fa la hostess per una compagnia aerea straniera. Ci sta provando spudoratamente con me.
*io, salivazione a mille e sudori freddi perchè le foto di Facebook di Gigetta sono il book fotografico di una Dea, deglutisco con forza rischiando di spaccarmi il pomo d'Adamo*
- Ammazza, ma è bellissima Gigi!
- Sì, ma lei vuole una storia seria, ed io non sono ancora pronto per questo. Voglio stare da solo e avere meno problemi possibili, almeno per un pò.
- Ah...evabè, certo però che ci vuole fermezza a ignorare una ragazza così bella...
- Bè, sì, ci siamo visti e l'ho pompata un paio di volte, ci vediamo ancora e scopiamo, ma io sono stato chiaro, lei viaggia sempre, è sempre fuori, non funzionerà mai ed io ho bisogno di tranquillità."

Vi prego.
Assecondatemi.
La prossima volta che mi incontrate, datemi il contentino, chiamatemi Gigi.



martedì 12 giugno 2012

venerdì 9 marzo 2012

Custode's destination


Scrivo queste righe di fretta e furia e con uno strano stato d'animo.
Tra circa un'ora dovrò essere su un treno diretto in Calabronia.
Ma prima di ciò, vi lascio le mie ultime parole.
Un paio di mesi fa, sempre su un treno diretto verso la medesima meta, conoscevo un signore di 45 anni, non dirò il nome, una guardia carceraria che lavorava 15 giorni a Treviso, 15 giorni a Paola, sposato con una donna di Treviso, con 3 figlie gemelle ventenni di cui mi mostrava orgogliosamente anche le foto.
Un padre di famiglia emigrante e tuttologo -sapeva e parlava di tutto, politica, botanica, scienze, storia, filosofia, edilizia, ecc, mi aveva rincoionito per quasi 5 ore- che si smazzava tra nord e sud per poter portare a casa uno stipendio dignitoso.
Su quello stesso treno, quel giorno, una tragedia: all'altezza di Scalea ci informano che siamo bloccati perchè abbiamo investito una persona. Si scoprirà a breve che la persona è deceduta travolta dal nostro treno che strava ripartendo dalla stazione.
Parlando e riparlando, vengo anche a scoprire che questo padre di famiglia con cui viaggio, conosce l'avvocato per cui lavora la mia ragazza, mi dice di salutarglielo. I casi della vita, incontrarsi su un treno.
Ieri mattina, mi telefona la mia ragazza e mi fa: senti, ma come hai detto si chiamava quel tizio che hai conosciuto sul treno l'ultima volta e che fa la guardia carceraria? Le dico il nome e lei mi indirizza verso la versione online di Calabria Oggi, un quotidiano regionale: sul momento non capisco, poi mi si gela il sangue: il padre di famiglia è deceduto a pochi chilometri da Paola, in un incidente d'auto. C'è il nome, il cognome, il lavoro, dove vive, con cgi era sposato e quante figlie aveva. Combacia tutto.
Il destino ha voluto farci incontrare su un treno che uccideva un cristiano, il destino ha ucciso questo padre, che non guidava, era il trasportato, quindi non aveva nessuna responsabilità in merito. All'appello del destino, quindi, manco solo io.
Ora vi lascio, devo andare a prendere il treno per Latina.
Se dovesse essere l'ultimo giorno, sappiate che vi ho odiato e amato allo stesso tempo.
Rimpiango dei figli, una famiglia mia e il sacro pompino che non ho mai ricevuto.
Rimpiango la vita che pure spesso considero di merda.
E rimpiango non sapere come finisce Mass Effect 3, mortacci loro!

Mi raccomando, espianto degli organi a manetta per salvare altre vite e cremazione! Non permettete che dei preti di merda pedofili siano presenti al mio funerale, e gioite per un rompicoioni in meno al mondo :D.

Vado!

lunedì 26 dicembre 2011

L'astrologa per hobby


Il Natale mi deprime.
Facile, per una persona asociale e selfish come il sottoscritto, giungere ogni anno a questo stato d'animo, il cui palesarsi solitamente coincide con le prime apparizioni pubblicitarie di alberi addobbati e panettoni, per svanire in concomitanza del 6 Gennaio.
Puntuale come un orologio svizzero.
In questa bolgia di gente zombieficata nell'acquisto compulsivo di cazzoninnoli di ogni specie e fattura, di buoni sentimenti solo con chi ci pare e quando fischio ci pare -nella settimana antecedente il 24 Dicembre sono stato sfanculato e preso a male parole da circa una quindicina di corridori della strada perchè o secondo loro non andavo sufficientemente veloce per i loro standard o perchè, fatto notare ad alcuni/e che le precedenze si dovrebbero rispettare, avevo avuto l'ardire di passare e non farli sfrecciare verso la loro meta-, io mi sento come imprigionato dentro.
Auguri! Buone Feste! Un caro saluto alla tua famiglia! Buon Anno!
7 volte su 10, mentre lo dico e magari stringo la mano, abbraccio e bacio, dentro la mia testa una tiritera di "Ma speriamo che te mori prima e non vedi la luce del nuovo anno", oppure un sempreverde "Crepa tu e la tua famiglia, stronzo/puttana".
Sì, lo so, non son belle cose. Ma io non sono una bella persona.
Ma non è di questo che voglio annoiarvi oggi.
Oggi, vi racconterò di una mezzora passata a tavola in quel del 25 Dicembre, mangiando ottime lasagne al forno e facendo un pò di zapping alla tivvù. Ahhh, la tivvù! Quando ero piccolino -più o meno c'erano ancora i dinosauri e la glaciazione era in là a venire-, mi ricordo di come in questo periodo i canali pubblici, ma soprattutto privati, si riempissero di cartoni animati e film dalla bellezza quasi mistica: Asterix, Labyrinth, Navigator, I Goonies, i classici Disney -ogni anno vedevo quello della notte dei tre spiriti con Topolino e Zio Paperone e piangevo-, La Compagnia dell'Anello e mille altri di cui ora non ricordo nemmeno più i nomi.
Oggi siamo nell'era del digitale terrestre, 3000 canali, ed ecco cosa mio padre è riuscito a beccare durante il pranzo di Natale:
- Rai Movie: Zorro is Back.
Film del 1974 con un giovanissimo Alain Delon nei panni dell'eroe mascherato e, se non erro, una Ottavia Piccolo ancora da Federica Mano Amica. Siamo, aimè, al finale: dopo una sorta di rivolta popolare, eccoci alla resa dei conti tra Zorro ed il cattivo di turno, una specie di generale di cui non ricordo il nome -non sono mai stato un grande fan di Zorro, mi perdonerete se non conosco il nome del supervillain del caso- con tanto di baffetti audaci. Bene, avete mai visto i Griffin? Avete presente la scena assolutamente fuori di testa di Peter che fa a cazzotti per minuti e minuti interi contro un pollo giallo gigante? Ecco, immaginatevi qualcosa del genere: parte una sequenza lunga 24 minuti -cronometrati- dove, tutto senza colonna sonora, ma con il solo audio ambientale per dare più drammaticità agli eventi -almeno nelle intenzioni del regista-, i due iniziano uno dei duelli più pallosi, ridicoli e per certi versi comici io abbia mai visto. 24 minuti, dicasi 24 minuti di stoccate e schivate finte, movimenti audaci e inutili, mobili e oggetti che si rompono sotto le stoccate, cambio di armi, scene comiche con Zorro che tra un affondo e l'altro sale su tavoli o mobiletti, da le spalle al nemico, fa due segni della croce col fioretto e sega in 4 le candele dei tavoli. Sin dal primo secondo di questa sequenza, dico a me stesso: quanto scommetti che si fanno tutta la chiesa in salita sino alla cima del campanile e da lì il cattivo muore gettato di sotto? 24 minuti dopo, dopo essersi girati tutti i piani della chiesa, aver esplorato ogni sgabuzzino a suon di zaaack, ops, bunch, flip, sdeeng, essersi buttati da ogni finestra o balaustra, aver camminato su ogni cornicione possibile, arrivano in cima alla chiesa, sul tetto. Tutti sudati da far schifo, si guardano e uno dei due fa: è giunto il momento, uno di noi due ora morirà! Eccerto, i 24 minuti prima invece vi siete voluti bene e stavate giocando a scopone scientifico! Bene, dopo -sarò pedante, ma è bene ricordarlo- 24 minuti spesi in ogni tentativo umanamente immaginabile alla Benny Hill Show di uccidersi a vicenda, guardandosi in faccia sudati, si avvicinano uno contro l'altro fino a toccarsi, si sente il rumore di una stoccata, il volto del cattivone sgrana gli occhi in una smorfia di dolore e si guarda il petto.
Zorro si allontana di un passo e il cattivo, trafitto non si sa bene come e perchè solo ora facendo un passo avanti, dopo che per 24 minuti aveva schivato anche jumbo jet in fiamme e scimmie urlanti nell'ano, si gira, e si butta di sotto urlnado un "Noooooooooooooooooooooooo...".
Zorro ha vinto.
Parte il pippone di Ottavia Piccolo a ricordarci che Zorro ha combattuto per renderci liberi e che se qualcuno vorrà di nuovo renderli schiavi, lui tornerà.
Stacco su Zorro sul cavallo in lontananza -come ha fatto dal tetto della chiesa, col vestito a brandelli e ormai senza maschera a scendere, raggiungere il cavallo su una collina nel tempo di cinque parole della Ottavia lo sa solo il regista-, che impenna, saluta e corre via verso l'orizzonte, alzando un polverone che nemmeno Colin McRae ai tempi d'oro -ovvero quando era in vita- e qui, permettetemi, la genialata assoluta! Parte in sottofondo una canzone in americano sullo stile di quelle sentite in Bulldozer, Altrimenti ci Arrabbiamo o mille altri film con Bud Spencer, che ripete continuamente "Zorro is back, la-la-la-lalla-la-la-laaa!"
A momenti mi strozzavo con la lasagna dal ridere.
Vi lascio con il link per poter anche voi apprezzare .
- Rai 3: Telecamere.
Visto che mio padre non si fa mai mancare nulla, saltiamo dall'azione faceta alla politica impegnata: una Anna La Rosa che da chubby sembra essere diventata quella che si è magnata anche gli ospiti e parte dell'arredamento del finto salottino, dialoga amabilemente nel giorno della nascita del bambinello partorito da una donna che era vergine col marito, ma che amava farsi trombare dagli angeli alti, biondi e con l'aureola, con i suoi altrettanto amati ospiti: ecco, chi cazzo sono?
Ma io dico, ma chi è tra i politici ladri italiani che il giorno di Natale vuole farsi intervistare a Telecamere da Anna La Rosa? Ed infatti c'è tutta gente che non ho mai visto in vita mia.
Domanda spiazzante, come avete passato le festività?
Un tizio, mi pare del PD, ma non ci posso giurare, ammette che nonostante sia un politico -e quindi? Che vuol dire? Non capisco, se sei politico non sei un essere umano? Non fai le cose dei comuni mortali? Bò?- anche lui ha giocato a carte con gli amici ed i parenti. Sìsì, anche lui che è un politico. Eggià, nonostante sia un politico.
Mi chiedo, e mi sarei aspettato fosse la domanda successiva della cara Anna, se in quanto politico, lui cachi come tutti gli altri, oppure la usi come autonutrimento, tramite apparato che dal buco del culo ritorna in automatico nella bocca. Oppure non so, in quanto politico non può cacare e quindi sono anni che fermenta merda stantia nello stomaco. Mha, strano, perchè Anna questa domanda non l'ha fatta, peccato.
Un istante dopo, dopo aver appreso che nonostante si è politici, si gioca a carte con amici e parenti, la parola passa alla lì prensente Onorevole Nunzia De Girolamo. Ora, come faccio a sapere chi è Nunzia De Girolamo? E' stato facilissimo, seguitemi passo passo:
- figa assurda che fa politica -->; sicuramente può essere solo del PDL -->; ricerca su Google usando come chiave "le donne del pdl" -->; prima voce che esce "Immagini relative a le donne del pdl -->; da me è la decima immagine che appare, DeGirolamo53 .
Bene, mi sarei aspettato che anche lei esordisse, "ma certo, anche io passo il Natale con i miei facendo le cose di tutti i comuni mortali", ma devo dire che è stata decisamente più brava e spiazzante.
Questa l'atroce verità: "...io ho addirittura scritto la letterina a Babbo Natale..."
25 Dicembre.
Rai 3.
Ore 12:50 circa.
Telecamere.
l'On. del PDL Nunzia De Girolamo scrive la letterina a Babbo Natale.
Non so come abbia fatto mio padre a non betemmiare, io dentro di me ho capottato vari santini, lui si è limitato a mugugnare qualcosa finendo con "...fanculo!" e ha, grazie dio che mandi gli angeli a ingravidare le donne vergini nel mondo, girato all'istante.
- Rai 1: La Prova del Cuoco.
Da quando mi hanno tolto Elisa Isoardi per rimettere quella vacca ammosciata tromba negri a cui "...piace il cazzo!" di Antonella Clerici, porto avanti la mia crociata interiore di odio irrefrenabile. Per chi non conosce il programma, intorno all'una, ogni giorno, due concorrenti aiutati da due cuochi si sfidano in una sorta di farsa-duello tra i fornelli. La "brava" Antonella si avvicenda tra uno e l'altro per cercare di conoscere gli hobby e le abitudini dei due concorrenti che si protrarranno per tutta la settimana.
Oggi mi son ritrovato davanti una vecchia di circa 60 e passa anni, con i capelli rosso acceso, alla cui solita domanda della "bella" Antonella, ha risposto così: "...sì, e poi faccio l'astrologa per hobby!".
In un periodo dell'anno dove reietti della società, froci immondi quali Paolo Fox, Solange, Branko e similari riemergono dalle feci della terra per presentarci la loro "scienza esatta" sulle stelle ed il significato intrinseco dei loro movimenti, oggi mi è toccato anche questa: una vecchia baldracca dai capelli rosso fuoco che mi ha sciorinato, tra le esultanze della "ammaliante" Antonella, circa un quarto d'ora di astri, di come abbia iniziato leggendo Astra -io invece spero che una Opel Astra ti passi sopra anche in retromarcia-, che il segno fortunato del 2012 è il Toro, che l'Acquario è in fase positiva, che quelli del Cancro sono scontrosi, ehhh, come mio figlio, si sa, eggià, che nelle altre puntate ci farà l'oroscopo segno per segno, mi raccomando non mancate!

Il Natale mi deprime.
Sarà che sono dei Pesci e sì sa, i Pesci sono sempre un pò depressi, eggià...

lunedì 24 ottobre 2011

Xenoblade Chronicles


Una distesa d'acqua piatta ed atona si estende all'orizzonte ovunque si porga lo sguardo, specchiata su un cielo plumbeo anch'esso senza confini: al centro di questo nulla, due Titani immensi si danno battaglia dalla notte dei tempi.
Colpo su colpo, inarrestabili, consumano la loro energia vitale cercando di avere la meglio l'uno sull'altro: la battaglia durò millenni, finchè dei due colossi divini non rimase che un guscio vuoto e inerme, bloccati nel loro ultimo spasmo vitale.
Eoni dopo, su quei mondi antropomorfi, nacque la vita: forme organiche su Bionis, forme non organiche su Mechanis.
Questo narrano le leggende fin dove si ha memoria e qui inizia la nostra storia:
Valle della Spada, ovvero l'immensa spada brandita da Mechanis nel suo colpo finale, piantato sul fianco di Bionis, dopo che questi tagliò di netto con la sua spada di luce il braccio sinistro di Mechanis, facendolo schiantare nel mare senza fine ai loro piedi.
Un manipolo di Homs, forme di vita umanoidi di Bionis, cerca di contrastare l'ultimo attacco in ordine temporale dei Mechan, esseri meccanici proveneinti da Mechanis di cui si ignora ogni motivo di conquista o belligeranza. Un uomo solo, aiutato da suoi due fedeli amici, cerca di contrapporsi disperatamente all'avanzata nemica brandendo l'unica arma in grado di fermarli, la Monade, spada divina le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
L'inizio, Titani a parte, è dei più classici, tra i più abusati e blandi.
E così resterà per buona parte del primo quarto di gioco: personaggi tipici e stereotipati di ogni classico j-rpg uscito in questi ultimi 20 anni.
Eppure.
Eppure quello che verrà, quello che accadrà è che vi legherete emotivamente ad ognuno di loro, crescerete con loro, soffrirete, riderete, piangerete e morirete con loro.
Finchè la trama non esploderà in tutta la sua maestosa e straordinaria possenza, un colpo nello stomaco: tutti gli stereotipi visti sino ad ora cadranno a brandelli per giungere all'apoteosi finale, con uno dei boss e stage più belli mai visti.
Questo è Xenoblade Chronicles, una esperienza per cui non mi sento nè di esordire con i miei soliti titoli fuori di testa, nè con la strafottenza e goliardia con cui solitamente tratto questa rubrica.
192 ore di gioco, più di quattro mesi passati e vissuti vagando sul corpo di Bionis, respirando la magia di quel mondo.
E' l'ultima perla della Wii, il canto del cigno -forse solo il nuovo Zelda, chissà...- di una console che a dispetto dei suoi limiti tecnici assoluti, ha partorito, per opera dei MonolithSoft -gia autori della saga Xenogear su PS2- quello che per me è senza ombra di dubbio alcuno il j-rpg del decennio, frantumando qualsiasi altra cosa. Una esperienza per cui o vi munite di Dolphin, o vi comprate una Wii.
Sì, ma cosa offre Xenoblade oltre alla storia? Oltre alla sua bellezza. Oltre alle emozioni?
Xenoblade è World of Warcraft in solitaria: prendete le mappe di WoW, con mostri erranti e boss unici con nome, il concetto di aggro, la possibilità di salvare dove e quando si vuole e la fine di ogni incontro casuale. Centinaia di NPC con cui parlare e centinaia di quest alla WoW -si vocifera siano più di 400, io son arrivato a 360 circa-, tutte di raccolta o da postino, ma utili per esplorare ogni anfratto dell'ecosistema, guadagnare i punti esperienza per avanzare nei 99 livelli disponibili e ottenere set di armi e armature unici. Relazioni sociali e affinità con gli NPC da gestire e sviluppare. Collezionabili di ogni tipo.
Anche la sola esplorazione varrebbe l'intero gioco.
E poi il capolavoro, il combat system: tutto in tempo reale -blasfemia! No, e lo capirete solo giocandoci-, ma più appagante, completo e tattico di qualsiasi gioco a turni o con pausa tattica mai uscito su qualsiasi piattaforma.
Le cose da dire sarebbero un fiume di parole in piena, ma voglio solo chiudere con la colonna sonora, a cui ha contribuito anche Yasunori Mitsuda, che è "solo" il compositore delle colonne sonore di Chronotrigger, Chrono Cross e Xenogears: le vostre orecchie vi ringrazieranno.

10/10

E non c'è nulla, ora che l'ho finito, a cui abbia la voglia di giocare perchè quando tocchi il massimo, tornare indietro non ha più alcun senso.
Non comprerò Skyrim.
Non comprerò Mass Effect 3.
Non comprerò Zelda.
Non giocherò più alcun rpg.
Forse, un giorno, comprerò il nuovo lavoro dei MonolithSoft.

Riki goes to bed now.

Edit: è stata una bella sorpresa, nei titoli di coda, leggere Christian Massi tra i curatori della versione italiana. Anche a lui va tutta la mia stima per aver adattato nel miglior modo possibile la traduzione italiana del gioco: non c'è una sbavatura che sia una, ed ogni termine scelto, anche se a volte diverso dall'originale, è perfettamente azzeccato al contesto. Grazie ancora per il Prodepon :).
Edit 2: pur non condividendo alcunchè in fattore trama, l'atmosfera e la magia che ho respirato in ogni momento giocando a Xenoblade, è quanto di più vicino e simile io abbia sperimentato vedendo Gurren Lagann, e solo questo dovrebbe bastare per farvi capire la qualità raggiunta dal prodotto.

venerdì 7 ottobre 2011

Tengo Rabbia!

Attenzione gentile pedofilo che per puro caso ti sei trovato su questo blog: il seguente post è di natura estremamente nerdolosa, ricco di termini tecnici da liceali coi brufoli e, soprattutto, parla di cose di cui sicuramente non capirai una sega, motori grafici nei videogiochi. Da leggere a tuo rischio e pericolo.


Era il 30 Agosto 2004.
Lo ricordo come fosse ieri: ero in Calabria, il mare, la patonza, i matrimoni, i parenti, la Pinnacola, la pizza più buona del mondo, il re del pesce.
Ma io avevo un solo pensiero per la testa, l'unico pensiero che ogni buon nerd nato e cresciuto tra i videogiochi di fine anni '80 e inizio anni '90 potrebbe aver avuto quel dì: in quel giorno, usciva ufficialmente in tutto il mondo Doom 3, nuova fatica del genio indiscusso di Jhon Carmack e della sua id Software.
Raggiungere un centro commerciale a Cosenza.
Solo quello aveva importanza.
Tornato tra i dolci pendii dei Castelli Romani, il mio unico pensiero sarebbe stato quello di comprare e assemblare un PC nuovo di zecca in grado di far girare perfettamente quella maraviglia tecnologica e così, feci,: a fine Settembre avevo buttato il mio glorioso Athlon 700 Mhz e avevo speso circa 800 Euro per un PC nuovo di zecca che faceva girare Doom 3 al massimo dettaglio a 30 fotogrammi al secondo.
Pazzia.
This is Madness!
Ma così fu.
Sono passati 7 anni, svariate ere geologiche in ambito informatico e nel frattempo, col trascorrere di strani eoni...no, aspetta, quella è un'altra cosa...Dicevo, col passare degli anni dal silenzio più assoluto iniziavano a rincorrersi varie voci:
id al lavoro su un nuovo ip -no, non è un colosso del petrolio e delle pompe di benzina-, il primo dopo 15 anni di Doom e Quake.
Carmack che si dilettava nel progettare razzi e che partecipava ad una gara di sviluppo per veicoli sperimentali che potessero portare passeggeri umani sopra la stratosfera a basso costo.
Carmack che iniziava a far trapelare la tecnologia sperimentale del suo idTech 5, solo il nome metteva i brividi e ti annichiliva come un monito religioso, qualcosa verso cui non potevi nemmeno alzare lo sguardo tanto era sopra le tue possibilità umane di comprensione logica, un feticcio divino, il nuovo motore grafico che avrebbe ancora una volta ribaltato il mondo informatico e costretto milioni di giocatori a rifarsi il PC da zero per vederlo girare in tutto il suo splendore.
Rage! Questo il nome della nuova proprietà intellettuale e Megatexture la tecnologia aliena su cui Carmack stava letteralmente consumando il suo genio: cosa racchiude la tecnologia Megatexture in parole comprensibili a noi comuni mortali?
Ogni gioco viene creato su degli assets, parola astrusa che racchiude il lavoro di tutti i grafici e artisti che spendono ore per dare un tratto distintivo al mondo di gioco, texture, texture e ancora texture che andranno a coprire i poligoni grezzi: più si vuole rendere il gioco vario e dettagliato, più servono texture diverse e soprattutto grandi. Per quanto oggi disponiamo di schede video con 2 Giga di v-ram, il sogno di Carmack era quello di poter fare un gioco dove tale limite fosse abbattuto, ma non solo. Il volere di Carmack era quello di creare un motore grafico che potesse caricare decine e decine di Giga di texture indipendentemente dal quantitativo di memoria video disponibile. Questo perchè si potevano così caricare Texture da svariati Gigatexel anche su PS3 e 360, scatolette con appena 512 Mega di ram condivisi tra sistema e scheda video integrata.
Sono serviti lui 7 anni di sviluppo, il progetto è stato più volte rimandato, ma alla fine il 7 Ottobre 2011 è arrivato e Rage è tra noi.
Dichiarazione di Carmack rilasciata in una recente intervista: "senza la tecnologia Megatexture, Rage 3 su console non sarebbe stato in alcun modo possibile".
Non solo: Rage gira su console a 60 fps fissi, uno sproposito là dive lo standard attuale è 30 fps scarsi. Per farlo ha inventato i trucchetti più assurdi: Rage su console scala risoluzione dinamicamente per poter mantenere il framerate fisso anche in caso di scene complesse: su 360 in alcuni frangenti scala da 1280x720 a 1152x720, poca cosa, su PS3 addirittura scende a 640x720! Oltre a ciò ha brevettato un sistema di sgancio automatico del v-sync: se la console non ce la fa a generare 60 fps con il v-sync attivato, questo si disattiva dinamicamente facendo così generare più frame necessari, ma apportando un leggero effetto tearing, ovvero di sfasamento tra la parte superiore e inferiore dell'immagine, appena il gioco vede che si possono riottenere i 60 fps con v-sync attivo, questo si riattiva.
Davvero, lo so che è ostrogoto pallosissimo e accademico, ma sappiate, anche se non avete capito una riga di quanto scritto sopra, che è qualcosa che va oltre la programmazione, è genio puro.
Oltre a ciò, nel gioco sono presenti due sole gigantesche texture: avete letto bene.
L'intero gioco è composto da sole d u e texture da svariati giga l'una -vi basti sapere che su 360 servono 3 DVD per contenere il gioco, e che su PC l'installazione totale è di 25 -venticinque- Giga. Queste due texture gigantesche contengono ogni informazione necessaria al gioco -illuminazione, altezza, colore, profondità- e sono suddivise in svariate piastrelle o tile: la tecnologia Megatexture prende queste singole texture enormi, ne carica le varie piastrelle un pò alla volta leggendo i dati da disco -inteso come DVD o hard disk a seconda che lo si installi o meno- e li processa dinamicamente spedendoli alla v-ram di sistema che poi le applicherà ai poligoni grezzi a video. Questo è il miracolo della tecnologia su console.

Minchia che palle, concordo: ma il succo del discorso, quindi, qual è?
Il succo del discorso è che dopo 7 anni di sviluppo, Carmack e soci hanno creato la base di una tecnologia che nel futuro farà vedere cose assurde, ma che oggi presenta un unico, gigantesco difetto: hanno eliminato il limite intrinseco di avere poca v-ram a disposizione, ma hanno spostato il problema tutto a carico della velocità di lettura da disco. Ovvero, se il disco che legge dinamicamente le varie porzioni della texture gigantesca non è sufficientemente veloce, può verificarsi un fastidioso ritardo che fa sì che a video compaiano prima i poligoni grezzi o con texture a bassissima definizione e, qualche frazione di secondo dopo le texture corrette sopra.
Non avete idea di cosa stia parlando, ecco un esempio concreto quanto drammatico:
e uno -PC-:
e due -PC-:
e tre -PS3-.

Come potete vedere la situazione PC è la più disperata -anche se ci sono molti altri video dove il gioco gira senza problema alcuno-, su PS3 e 360 non è così palese, ma è sempre presente come si nota chiaramente nell'ultimo video.
Vabè, direte voi, ma almeno le texture saranno di una definizione spaventosa! Cazzarola, si chiama Megatexture apposta! Saranno definitissime, avvicinandosi si riuscirà a vedere i pori della pelle sui nemici o la trama dei tessuti sui divani e gli abiti, o le nervature e la porosità delle rocce oppure...:


Questo su tutte e tre le versioni, PC, 360, PS3:
il più grande FAIL che la storia videoludica ricordi, con la gente che si sta imbufalendo in rete tra insulti e bestemmie verso Carmack, Tim Willits -creative director di Rage- e sta grande stronzata delle Megatexture -sia chiaro, la tecnologia è promettente e rivoluzionaria, è il suo primo utilizzo che lascia sbigottiti per la pochezza dei risultati ottenuti-.
Io piango in silenzio, ma Carmack stavolta non avrà i miei soldi: almeno finchè non escono patch riparatrici che hanno già spergiurato siano imminenti, pena il linciaggio mediatico.

sabato 9 luglio 2011

Chiavi di ricerca - Giugno 2011

Anche questo mese delle OTTIME chiavi di ricerca per giungere ivi:

arcinemico
delfino sapientino
hard disk guasto
alice marabilie
alice 20 mega
bianca tette è i sette cazzi  (un classico d'altri tempi)
chiodi giocattoli vicenza metroid other m
custode zizzanio
decerebrato
fable 3 schifo
ragazze che si fanno leccare il seno (perchè no!)
l'evoluzione del delfino
l'evoluzione di un delfino
l’evoluzione del delfino
monkey island 2 amiga
pistola sullo scroto (criptica!)
ragazze amatoriali sexy
razza nana cani
si fa le seghe davanti al monitor (eh bhè..)
uomo con scroto enorme (è quello di prima...)
youtube il pene piu groso (perchè su YT?)